Mi sono svegliata e avevo gli occhi piccoli. Non gonfi, spariti dentro sacche di pelle, proprio più piccoli. Li ho stropicciati con forza e si sono ridimensionati ulteriormente. Ho preso ad allargarli con le dita, ma tornavano sempre al loro nuovo spazio. Ho fatto diverse prove: guardare, osservare, focalizzare. Ci riuscivo perfettamente, in realtà, ma era come se mancasse qualcosa, una specie di profondità laterale, una via di fuga. Ho fissato intensamente il sole, la luna, le stelle, cercando luci diverse che infrangessero il cristallino e mi dilatassero la pupilla. Li ho chiusi e, incredibilmente, ci vedevo lo stesso. Riuscivo a vedere attraverso la palpebra sbarrata. Mi sono orientata in questo modo per molto tempo. Probabilmente lo faccio ancora.
Vedere non è mai una questione di occhi.
Esattamente, dovremmo imparare a leggere ad occhi chiusi.
Gina