Non mi trasferirò a casa tua.
Non metterò lo spazzolino da denti nel portaspazzolini e non ti chiederò se spremi il dentifricio da sotto o da sopra.
Non ti chiederò se mi porti in quel posto, mi limiterò a sbattere le palpebre e a vedere come la prendi.
Non ti chiederò di assaggiare le pietanze che ti fanno vomitare infilzandoti con un insopportabile: “ma è buonissimo!”
Non pretenderò che ti piacciano le mie canzoni o la mia collezione di film o la mia citazione preferita.
Non ti chiederò se quei pantaloni mi fanno il culo grosso.
Non vorrò guidare la tua macchina e non ti chiederò per chi hai votato negli ultimi quindici anni.
Non ti chiederò a che pensi, ma sarò pronta ad ascoltarti se vorrai dirmelo.
Non ficcherò le mani tra le tue cose a meno che tu non mi dica: “ficca le mani tra le mie cose, ti prego, loro lo vogliono tanto e anche io”.
Non mi aspetterò che paghi per me.
Potrei voler sapere come ti sei fatto la ferita sul gomito, ma, forse resisterò a questa tentazione.
Ti mostrerò le mie, di ferite, solo quando smettono di sanguinare e di fare schifo e paura.
Cucinerò per te, se capita, certo, ma metterò subito tutto a posto e mi farò una doccia, perché sai, ho capito che l’amore dura di più se non puzza di fritto.