Davanti casa c’è una specie di chiesa.
Dico “una specie” perché somiglia a un garage ristrutturato più che a una chiesa: è solo un locale dove sono state disposte panche di legno, un altare, fiori di plastica e un paio di croci.
Dall’esterno potresti scambiarlo per un magazzino, con tanto di saracinesche tirate su o giù, in base agli orari delle funzioni.
Davanti alla specie di chiesa, stamane, circolano oscuri personaggi travestiti da re magi (tuniche, cenci in testa e tutto l’armamentario della collezione re magio 2015-2016).
I re magi de noartri, supportati da un gruppetto di fedeli-del-garage, stanno rievocando la questione della mirra porgendo scatole vuote a un bambinello di gesso, mezzo scolorito.
Le campane campanano (sì, il garage-chiesa ha delle campane, da qualche parte), i sacerdoti sacerdotano (ce ne sono due) e tutti partecipano a questa recita senza biglietto con grande convinzione, sfidando il vento, la pioggia e la follia di indossare una tunica di questi tempi.
Li ho osservati per un po’ resistendo alla tentazione di precipitarmi lì in mezzo, afferrare il bambinello come una palla da rugby e fuggire via, verso la campagna.
Poi mi sono detta che non è bene cacare il cazzo al prossimo e che io rubo menù dai ristoranti e penne dai centri congressi, non bambinelli dalle chiese-garage.
Perché è importante ricordare chi sei, in ogni circostanza.
In ogni caso i bambinelli, le palle ovali o quelle quadrate, vanno passati solo all’indietro.
Ecco cosa non mi tornava….
Bellissimo!Ciao!!!
Ciao!
I tuoi lettori lettorano e rimangono affascinati dalla tua inesauribile fantasia.
I miei lettori mi sopportano, più che altro.